Gio, 24 Aprile 2025

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Lorenzo Ruzza: la vita rocambolesca del venditore di orologi più seguito del web

Lorenzo Ruzza è un nome che ormai si associa immediatamente agli orologi di lusso e ai social media. Milanese, nato nel quartiere di Porta Romana nel 1978, Ruzza è un personaggio tanto divisivo quanto influente nel mondo del commercio online di orologi. Con un tono spesso sopra le righe e una presenza studiata al millimetro sui social, Ruzza attrae migliaia di follower e clienti affascinati dalla sua vita tra lusso e lotte personali. Ma chi è realmente questo “commerciante del lusso” che divide il web? Lo raccontiamo prendendo spunto dall’intervista che l’influencer ha rilasciato al Corriere della Sera.

La strategia di Lorenzo Ruzza: realtà e provocazione

“Sui social sono io, però più esaltato”, spiega Ruzza, sintetizzando quella che è la sua formula di successo. Riconosce apertamente che il pubblico vuole intrattenimento e una buona dose di “trash,” e lui è pronto a darglielo, spingendo sull’acceleratore di un’immagine studiata per attirare l’attenzione e polarizzare le opinioni. Con un maglioncino blu elettrico, occhiali dalla montatura marcata e un Rolex Daytona al polso, Ruzza incarna l’archetipo dell’uomo di successo, seppure con un tocco di ironia.

Nonostante l’apparenza glamour, Ruzza si definisce un tipo “noioso” nella vita privata. “La sera chiudo il negozio e vado a casa a dormire: niente di pirotecnico,” ammette, ribadendo che per avere successo sui social bisogna creare un’immagine forte, capace di suscitare sentimenti, siano essi di ammirazione o di fastidio.

La controversia: politicamente scorretto e diretto

Ruzza non teme di esporsi su argomenti controversi. Tra le sue dichiarazioni più divisive c’è il linguaggio con cui descrive chi si avvicina al suo negozio con intenzioni ambigue: “niente affari con zinghi, sputapalline, finti ricchi vestiti da ricchi,” afferma, citando esperienze personali difficili, tra cui aggressioni e tentativi di rapina.

L’esperienza diretta di violenze e minacce ha plasmato la sua percezione del mondo e ha portato Ruzza a investire pesantemente nella sicurezza personale, arrivando a spendere circa seimila euro al mese per vigilanza privata. Dietro al personaggio sicuro e “politicamente scorretto” emerge così un uomo che affronta ogni giorno le insidie di un settore, quello degli orologi di lusso, che può rivelarsi molto rischioso.

Da una vita difficile al successo: un percorso non convenzionale

La strada che ha portato Ruzza alla sua “Bottega del Tempo” non è stata affatto semplice. Nato in una famiglia numerosa e benestante, vede crollare la stabilità familiare con il fallimento dell’azienda del padre e l’esproprio della casa. Costretto a dormire in un capannone, passa per esperienze di precariato, dalla pulizia delle auto fino a vivere temporaneamente in un convitto religioso.

Sono state queste difficoltà a dargli la determinazione per reinventarsi continuamente. Attratto dal mondo digitale, Ruzza inizia a costruire siti web per adulti, riuscendo finalmente a mettere da parte i primi risparmi per l’acquisto di un’auto e un orologio, simboli di una passione che lo accompagnava fin dall’adolescenza. “Il mio primo orologio era un Rolex falso, ma ho sempre voluto capire come fosse fatto un pezzo del genere,” racconta. Una curiosità che diventerà il fulcro della sua attività.

La nascita di un marchio: la Bottega del Tempo

Nel 2017, Ruzza rileva una piccola licenza commerciale per 30 mila euro, dando vita alla “Bottega del Tempo” in via Cesare Battisti a Milano. È qui che inizia davvero la sua scalata nel mondo degli orologi di lusso, dapprima tra numerose difficoltà economiche e fregature, come quella subita da un venditore di Rolex falsi che lo lascia con un buco di 50 mila euro. Tuttavia, Ruzza non si arrende, ricostruendo pazientemente la sua attività fino a raggiungere un fatturato di 30 milioni di euro nel 2023, con ricavi di circa 3 milioni.

Il fenomeno social e il rapporto con i “fuffaguru”

Ruzza è uno dei primi venditori di orologi a intuire il potenziale dei social come vetrina di marketing. Durante il lockdown, pubblica video che ironizzano sul mondo del lusso e sulle strane richieste di alcuni clienti, iniziando a costruire una fanbase di follower affezionati. I social diventano per lui uno strumento di lavoro essenziale, non solo per attirare nuovi clienti, ma anche per esporsi a un pubblico più vasto e instaurare un contatto diretto con chi ammira (o critica) il suo stile.

Ruzza non esita a criticare il fenomeno dei “fuffaguru,” ovvero di quei falsi imprenditori che sui social promettono guadagni miracolosi. “Il 95% di quelli che dicono di fare 100 mila euro al mese sono bluff,” commenta, rivendicando la propria trasparenza. Ogni sua vendita è tracciata, i pagamenti sono rigorosamente legali, e la cifra di circa 2 milioni di euro in tasse che ha versato nel 2023 è, a suo dire, una prova della sua professionalità.

Una figura che ispira o divide?

Ruzza è un imprenditore che parla alla generazione dei “self-made” ma senza retorica. Con un tono diretto e schietto, racconta le difficoltà del successo, la necessità di lavorare sodo e di superare i limiti personali. È un messaggio che affascina molti giovani, attratti dall’idea di guadagni e riconoscimenti, ma che spesso non comprendono appieno il sacrificio e la tenacia necessari per costruire un percorso simile.

Milano è una metropoli sempre più attratta dal lusso e Ruzza rappresenta una figura complessa, sospesa tra l’immagine glamour e il racconto di un uomo che ha conosciuto il fallimento e ha trovato la forza di rialzarsi. Chi varca la soglia del suo negozio è accolto in un mondo esclusivo, dove ogni orologio racconta una storia e, per molti, l’accesso a un simbolo di realizzazione personale.

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