Gio, 24 Aprile 2025

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I casi di Brunello Cucinelli e Tommaso Mazzanti, gli imprenditori-modello che premiano i dipendenti

In un’epoca in cui il tema del welfare aziendale è al centro del dibattito sul lavoro, emergono figure di imprenditori che trasformano l’impresa in una vera e propria famiglia. Non semplici datori di lavoro, ma leader illuminati capaci di ridistribuire il successo aziendale a beneficio di chi quel successo lo costruisce ogni giorno: i dipendenti.

Tra questi, spiccano i nomi di Brunello Cucinelli, il “re del cashmere”, e Tommaso Mazzanti, il fondatore e CEO di All’Antico Vinaio di Firenze. Due storie diverse, ma unite dalla volontà di creare un nuovo modello imprenditoriale, dove i collaboratori non sono solo risorse, ma persone con diritti, sogni e bisogni.

Brunello Cucinelli: il “re del cashmere” che condivide il profitto

Il nome di Brunello Cucinelli è già una leggenda nel panorama economico italiano. Fondatore dell’omonima casa di moda, simbolo dell’eleganza e della manifattura made in Italy, Cucinelli ha trasformato il borgo medievale di Solomeo in una vera e propria “città ideale” del lavoro. Ma la sua visione va ben oltre l’architettura.

Di recente, Cucinelli ha deciso di distribuire un bonus milionario ai suoi dipendenti. Non è la prima volta che il re del cashmere compie gesti del genere, ma questa volta la portata del premio ha fatto notizia in tutto il mondo. «Condividiamo i frutti del lavoro — ha dichiarato Cucinelli — perché credo in un capitalismo umanistico, dove il profitto deve essere giusto e mai a discapito dell’uomo».

Il bonus da 100 milioni è stato distribuito sotto forma di azioni aziendali ai dipendenti. Questa operazione, di fatto, li rende anche azionisti, permettendo loro di partecipare alla crescita futura della società. Una scelta che non solo incentiva la produttività, ma trasmette un senso di appartenenza all’azienda. La visione di Cucinelli si basa su valori antichi e universali: dignità, etica e bellezza. A Solomeo, gli operai non lavorano in capannoni, ma in spazi luminosi, immersi in un borgo che rappresenta il “bene comune”.

La filosofia di Cucinelli è quella di un capitalismo gentile, in cui il profitto non è un fine assoluto, ma un mezzo per creare benessere condiviso. “Il profitto è un dono divino, ma dobbiamo restituirlo in parte”, afferma spesso l’imprenditore, evidenziando una visione umanistica del lavoro.

Tommaso Mazzanti: dalle schiacciate alla lotteria delle Maldive

Se Brunello Cucinelli è l’emblema del capitalismo umanistico, Tommaso Mazzanti rappresenta la modernità del fare impresa nel settore della ristorazione. Con il suo All’Antico Vinaio, diventato celebre in tutto il mondo per le sue schiacciate toscane, Mazzanti ha costruito un impero del gusto, portando il suo format anche all’estero, da New York a Los Angeles.

Ma il successo dell’Antico Vinaio non è solo un trionfo di sapori: è anche una storia di condivisione. Ecco perché Mazzanti ha deciso di fare un regalo speciale ai suoi dipendenti e ai clienti più fedeli. Per il Natale 2024, ha annunciato, con la solita ironia che lo contraddistingue sui suoi canali social, un’iniziativa senza precedenti: un milione di euro per il welfare dei dipendenti e una lotteria a premi per i clienti, con in palio cinque viaggi alle Maldive.

L’iniziativa ha subito attirato l’attenzione dei media e ha fatto il giro dei social. Mazzanti ha spiegato: «Ho deciso di alzare ancora di più l’asticella. Voglio dire grazie a chi ha contribuito al nostro successo». Non solo premi per i dipendenti, quindi, ma anche per i clienti, in un circolo virtuoso che rafforza il legame tra il marchio e la sua community.

Ma non è solo una questione di marketing. L’inclusione dei dipendenti nel successo aziendale è un atto di responsabilità che Mazzanti ha sempre perseguito. “Ogni successo è un successo di squadra”, ripete spesso. Ecco perché l’Antico Vinaio non è solo una catena di schiacciaterie, ma un modello di impresa partecipata. Con il suo gesto, Mazzanti non si limita a premiare i dipendenti, ma manda un messaggio chiaro: il successo non è mai individuale, ma collettivo.

Il nuovo volto del capitalismo: da leader a “capitani umani”

I casi di Brunello Cucinelli e Tommaso Mazzanti sono solo due esempi di un movimento più ampio. Sempre più imprenditori stanno adottando un approccio diverso alla gestione aziendale, in cui il welfare dei dipendenti diventa una priorità strategica. I vantaggi sono molteplici:

  1. Motivazione e produttività: quando i dipendenti si sentono valorizzati, sono più motivati e disposti a impegnarsi.
  2. Fidelizzazione del personale: chi riceve bonus, premi o azioni è meno incline a cercare altre opportunità di lavoro.
  3. Reputazione aziendale: l’immagine dell’azienda migliora e diventa più attrattiva anche per i talenti esterni.

Secondo uno studio di Great Place to Work, le aziende che investono nel welfare aziendale ottengono un aumento del 20% della produttività e riducono il turnover del 25%. Il capitale umano diventa la vera risorsa strategica.

Un messaggio al sistema imprenditoriale italiano

I casi di Brunello Cucinelli e Tommaso Mazzanti evidenziano un cambiamento di prospettiva nel modo di fare impresa in Italia. Da un modello verticale, dove il profitto sale in cima alla piramide, si sta passando a una visione circolare, dove il profitto ritorna alla base. Condivisione, equità e partecipazione diventano i nuovi pilastri del capitalismo moderno.

Il modello Cucinelli-Mazzanti è replicabile? In parte sì. Non tutte le aziende hanno la capacità di distribuire 100 milioni di euro ai dipendenti o di organizzare lotterie per i clienti. Ma il principio di condivisione non ha bisogno di grandi risorse: bastano piccoli gesti. Incentivi, bonus welfare, premi di risultato o anche momenti di ascolto e condivisione possono fare la differenza.

Il futuro del lavoro: welfare e benessere

La strada tracciata da Cucinelli e Mazzanti mostra una nuova frontiera del welfare aziendale. Un modello che mette al centro la persona e la sua dignità, offrendo non solo un lavoro, ma anche un contesto di benessere. Dal borgo di Solomeo, dove il lavoro si fa arte, fino alle schiacciate globali dell’Antico Vinaio, il messaggio è chiaro: un’azienda che premia i suoi dipendenti è un’azienda che cresce.

Se in passato l’impresa era solo una “macchina per generare utili”, oggi diventa un luogo di relazioni umane e di felicità condivisa. La responsabilità sociale non è più solo uno slogan, ma un fattore competitivo. Perché un’azienda felice è, prima di tutto, un’azienda più forte.

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