Gio, 19 Settembre 2024
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A Monsummano fa le scarpe agli altri e sono tutti soddisfatti

Un calzolaio che è una leggenda. Fa modelli di scarpe su misura a personaggi che se le possono permettere ed è diventato noto per questo. Le famose scarpe rosse di Vissani le fa lui. Lavora a Pieve a Nievole (Pistoia) in una bellissima bottega, dopo essere stato operaio in un calzaturificio, per 30 anni.

Ogni tanto Lucio Picone, calzolaio artigiano a Pieve a Nievole, riceve la visita dell’ex presidente del Senato Marcello Pera. O lo vanno a trovare Gianfranco Vissani, Massimo D’Alema, Marcello Lippi, Fabio Galante, Cristiana Capotondi, Fausto Bertinotti. Anche il povero Fabrizio Frizzi era suo cliente. Le sue scarpe, rigorosamente fatte a mano, su misura, una per una, sono ai piedi di manager, avvocati, attori, sportivi, chef di tutto il mondo. Ha clienti dagli Stati Uniti alla Russia, in Europa e in Medio Oriente. Lui fa scarpe su misura e le esporta. Un artigiano che è una delle eccellenze italiane, ma lo è più lui delle scarpe che fa.

Agli inizi c’è sempre un lungo apprendistato. Non diventi un Maestro senza fatica.

Lucio Picone è originario di Frasso Telesino, un paesino in provincia di Benevento. È del 1960, famiglia contadina. La madre era contadina e il padre lavorava in Svizzera. Pensate che vita di sacrifici facevano gli Italiani del sud in quegli anni. Grazie al fatto che avevano parenti in Toscana, a Monsummano Terme, vicino Pistoia, Lucio riuscì a entrare come operaio in uno dei più importanti calzaturifici italiani. Aveva 15 anni e c’è rimasto altri 30.

In quei 30 anni ho imparato molto, tutte le fasi della produzione di una scarpa. È un mestiere che ho amato molto. Studiavo quello che facevano gli operai più anziani. Non ero tra quelli che non vedevano l’ora di andare a casa: addirittura chiedevo al principale di poter rimanere in azienda, la sera, a imparare qualcosa di nuovo, fino a saper fare la scarpa completa.

Oggi invece un giovane che deve imparare il mestiere chiede per prima cosa qual è lo stipendio e se ha il week end libero.  Ma se vuoi riuscire non c’è altra strada che lavorare sodo quando bisogna imparare. Senza le basi non si raggiunge nessun successo.

Ha capito subito che la strada giusta era quella dell’artigiano del lusso

“Ho lavorato fino al 2005 – dice Picone – in un calzaturificio a Monosummano, prima di avventurarmi nel settore da solo. Sono molto felice di quello che faccio: il mio lavoro mi ha portato grandi soddisfazioni”.

A 45 anni s’è licenziato. In molti l’hanno preso per pazzo, perché guadagnava bene, aveva un incarico di responsabilità. Ma lui voleva fare la sua strada, realizzare calzature interamente a mano, su misura. E aveva capito bene qual era la strada. Il settore del lusso è quello che non smetterà mai di dare lavoro e per chi ci sa fare è anche ben remunerato e di soddisfazione.
Aveva come “stella guida” Salvatore Ferragamo. Anche se sapeva bene di non essere un Ferragamo, in fondo anche lui era campano, anche lui aveva fatto una lunga gavetta.

In pochi anni s’è conquistato una clientela di rilievo

Si è affidato a un maestro, Tobaldo Bruno, detto Johnny. All’epoca era appena andato in pensione e aveva visto questa forte vocazione in Lucio. “È stato lui ad avermi fatto fare il salto di qualità, insegnandomi tecniche come la cucitura Goodyear e la cucitura norvegese.”

Dopo pochi anni di attività in proprio, Lucio ha acquisito una clientela fissa. Con personaggi di spicco nel mondo dello sport e dello spettacolo ed è considerato uno dei migliori artigiani d’Italia. Le sue creazioni sono note anche all’estero. I clienti stranieri vengono tutti in negozio a farsi prendere le misure e a scegliere i modelli e fare le prove.

“Anche per quanto riguarda i colori: dal pellame crust faccio i colori a mano, creando le varie sfumature con anilina e crema. I materiali sono tutti di primissima qualità e li scelgo personalmente. Quando arriva un cliente ci mettiamo lì e cerchiamo di capire cosa sta cercando e cos’è meglio per lui. Qualora volesse qualcosa che vede in vetrina, possiamo rivoluzionarlo, anche nel disegno.”

Produce scarpe non solo eleganti ma soprattutto resistenti e comode

Ha continuato a sperimentare nuove soluzioni per delle scarpe di qualità. Che incontrassero il gradimento di un pubblico con possibilità di spesa medio-alta. Non accontentandosi di una lavorazione industriale, Picone ha deciso di mettere in pratica tecniche importanti come la Goodyear e la Norvegese. Sono metodi che conferiscono alla calzatura comodità e resistenza. La lavorazione norvegese richiede varie cuciture esterne a treccia e a punto lineare. Una tecnica nuova è stata studiata proprio da Picone per arricchire la scarpa all’esterno: unisce mignon di pelle e spago, a formare una specie di ricamo. Non gli interessa brevettarla perché chi la sa fare, la faccia. È come per un pittore: un pittore non si copia, ognuno ha la sua mano. Di solito in tre o quattro giorni la scarpa è pronta.

L’artigiano è padrone del suo tempo e delle sue scelte ma se non riesce a trasferire il sapere a nessuno, tutto andrà perduto

Lucio è un vero artista perché è lui che sceglie il cuoio e i pellami di ottima qualità. Seleziona i colori e consiglia ai suoi clienti l’abbinamento giusto. Una sfida riuscita, dunque, grazie alla tenacia, al lavoro continuo e all’amore per il proprio mestiere.

Lucio fa tutto da sé. Non ha allievi. La figlia ha altri progetti. Nonostante sia in pensione continua a lavorare, per lui alzarsi e andare in bottega è un divertimento. Gli piacerebbe insegnare. Mettere le sue conoscenze a disposizione di altri. Sarebbe un peccato che questo sapere andasse perduto, però è il destino del Made in Italy. Se non si riesce a trasferire ad altri va a finire.

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